JOHANN
SEBASTIAN BACH: Preludio e Fuga in re maggiore – BWV 532
Le parti di cui si
compone questo dittico hanno avuto, probabilmente, origine in due differenti
periodi. Lo stile compositivo di questa composizione permette di dedurre che si
tratta di un lavoro risalente alla giovinezza di Bach, in particolare al periodo
di Arnstadt. Le due parti di cui si compone quest’opera sono stati ritrovati in
una raccolta manoscritta in possesso di Philip Nicolai come composizioni
distinte ed indipendenti l’una dall’altra. È ormai consuetudine, però, eseguire
insieme questi due brani; anche a livello editoriale essi sono stati sempre
proposti come un'unica composizione (cfr. edizioni Peters, Bärenreiter,
Breitkopf, ecc.).
Questa composizione,
così come tante altre dello stesso periodo, appartiene al cosiddetto periodo
del “virtuosismo” nel quale lo studio delle risorse strumentali dell’organo è
ancora all’inizio: le possibilità sonore ed il particolare uso del pedale
sembrano in fase una di esplorazione che rimane vincolata in certi limiti.
Nonostante un
elevatissimo livello tecnico, questa composizione rivela alcune caratteristiche
proprie delle influenze subite dal musicista ed ancora non del tutto superate[1].
Il Preludio, che ha una forma tripartita e si richiama alle caratteristiche
della Toccata, è stato composto, probabilmente in un periodo successivo
rispetto alla Fuga.
La forma tripartita del
Preludio, nella sua impostazione, riflette chiaramente sia le influenze di
Buxtehude con i suoi passaggi brillanti, che quelle italiane con la rigorosità
del discorso contrappuntistico, che quelle tipiche delle Ouvertures francesi. Tutti questi elementi delineano chiaramente la
struttura del Preludio la cui frammentazione verrà presto superata nelle
successive composizioni di Bach, più omogenee nella loro articolazione[2].
Il pomposo incipit caratterizzato da scale ed
arpeggi proposte dal pedale ed imitate dalle tastiere si richiama alla
maestosità dell’Ouverture francese e
si snoda attraverso la tonalità di impianto, il tono della dominante ed un
ritorno alla tonica per poi sfociare in un veloce arpeggio che prepara la
sezione centrale Alla Breve. Questa
parte centrale presenta un contrappunto fugato del quale l’Autore sfrutterà
l’ultimo inciso in ottavi facendolo diventare l’elemento regolatore di tutto il
suo sviluppo. Questo tema ha un carattere energico e passa nelle differenti
voci con un efficace gioco imitativo: esposto dalla voce più acuta, scende
gradualmente , attraverso una brillante progressione ritmica, fino al pedale.
La terza sezione del Preludio si innesta direttamente sulla cadenza d’inganno
che chiude la seconda parte e reca l’indicazione “Adagio”. Essa è un vero e
proprio recitativo il cui disegno, dopo due arpeggi iniziali, si concentra su
un’armonia molto ardita caratterizzata da un pedale doppio che porta ad una
maestosa conclusione.
La Fuga, di notevoli
dimensioni, si impone per una sua concezione “non tematica”, ma determinata da
uno spunto di natura spiccatamente ritmica, da una cellula poi sviluppata per
germinazione quasi spontanea[3].
Essa si presenta con un soggetto lunghissimo, interrotto da un significativo
silenzio dopo il primo inciso. La sua struttura è tale da non prestarsi al
gioco contrappuntistico del tema che viene proposto ogni volta nella sua
interezza. Il controsoggetto si distingue nettamente per la sua caratteristica
ritmica.
Questa Fuga è uno dei
pezzi virtuosisticamente più brillanti mai scritti per organo da Bach. Di essa
esiste una versione più antica leggermente più breve. Nella versione definitiva
le voci sono disposte meglio e la seconda parte risulta essere più ampia. La
presenza di un controsoggetto ritmicamente diverso dal soggetto crea gli
episodi più importanti nello sviluppo della composizione soprattutto quando il
soggetto passa al pedale con imitazioni all’ottava o quando il disegno
contrappuntistico diventa più fitto dando origine a possenti accordi a sei
voci.
Un’altra caratteristica
di questa Fuga è rappresentata dai vari giochi di eco e piccole imitazioni. Nel
corso della composizione sembra che tutto passi in secondo piano per lasciare
spazio all’elemento tecnico – virtuosistico. Quando si parla di virtuosismo in
Bach non si intende niente di negativo o di fine a se stesso: tutto è orientato
al soddisfacimento di un progetto architettonico ben preciso e definito:
l’agilità tecnica e la ricchezza di arabeschi assumono sull’organo un sapore
tutto particolare.
La vivacità tematica e
l’animazione armonica, insieme alla cantabilità dei temi fugati, denotano una
profonda conoscenza da parte dell’Autore
dello studio della musica italiana di quel periodo i cui caratteri melodiosi
sono ormai patrimonio acquisito dell’arte tastieristica bachiana.
La Fuga si conclude, e
non potrebbe essere altrimenti, con una funambolica e tecnicamente
difficilissima cadenza per solo pedale.
Partitura |
ALLORTO
R., Nuova storia della musica, Ed.
Ricordi
BACH
J. S., Choral-Gesange, Ed. Breitkopf
& Hartel
BASSO
A., Frau Musika. La vita e le opere di J.
S. Bach, Ed. EDT
CARNELOS
S., L’Orgelbüchlein di J. S. Bach,
Ed. Armelin Musica
CARROZZO
M. – CIMAGALLI C., Storia della musica
occidentale, vol. 2, Armando Editore
CONFALONIERI
G., Storia della musica, Accademia
Edizioni
DARDO
G. – DIONISI R. – TOFFOLETTI M., Studi
sul corale, Ed. Zanibon
FORKEL
J. N., Vita, arte e opere di Johann Sebastian
Bach, Ed. Curci
HURÉ
J., L’estethique de l’orgue, Ed.
Leduc
KAISER
U., Il corale nello stile di Heinrich
Schütz e Johann Sebastian Bach, Ed. Rugginenti
LONG
G., Johann Sebastian Bach il musicista
teologo, edizioni Claudiana
MANARI
R., Arte della registrazione, Ed.
Carrara
MIRABELLI
S., Dietrich Buxtehude, Ed. L’Epos
MORETTI
C., L’organo italiano, Ed. Casa
Musicale Eco
RADOLE
G., Letteratura organistica dal Tre al
Novecento, Ed. Carrara
RADULESCU
M., Le opere organistiche di J. S. Bach:
Orgelbüchlein, Nuova Editrice Cremonese
RESCIGNO
E., Bach, Fabbri Editori
SANTUCCI
P., L’opera omnia organistica di J. S.
Bach, Ed. Bèrben
SCHWEITZER
A., Bach il musicista poeta, ed.
Suvini Zerboni
SEVERIN
D., La registrazione organistica, Ed.
Armenlin Musica
TERRY C. S., Bach, Ed. FME
WILLS
A., L’organo, Franco Muzzio Editore
[1] Cfr. E.
RESCIGNO, Bach, Fabbri Editori, pagg.
86 – 87.
[2] Cfr. P.
SANTUCCI, L’opera omnia organistica di J.
S. Bach, Bèrben, pag. 42.
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